Il grande dilemma del trailer. Settimane a leggere recensioni, mille visite al negozio di fiducia, dubbi, momenti bui... Non c'è niente che metta più in crisi un corridore in montagna come la scelta della scarpa da trail.

Scegliere la scarpa da trail running. Il grande dilemma.

Ogni volta che devo comprare una scarpa da trail quasi ho una crisi mistica. Mille dubbi, giornate e giornate a leggere recensioni, settimane a tentare di capire cosa mi serve. Eppure riesco a sbagliare.

Devi scegliere una scarpa da trail e non sai da dove cominciare? Oppure, sai più o meno da dove cominciare ma magari non hai mai analizzato tutti i fattori che potrebbero darti qualcosina in più da una scarpa.

Dopo aver letto decine di recensioni e aver provato tante scarpe, ho deciso di mettere nero su bianco una serie di concetti elementari che possano orientare nella scelta di una scarpa da trail. Provo a spiegare le caratteristiche tecniche della scarpa (ammortizzazione, grip, protezione, ecc) rapportate alle singolarità del trailer e del percorso. Insomma, un grande caos.

Se siete capitati in questo articolo, vi consiglio di leggerlo fino in fondo. Ok, lo so, è un po' lungo, ma la scelta delle scarpe è la decisione più importante per il corridore in montagna, quindi più concetti capite, e più sarete in grado di scegliere la scarpa che più si adatta alle vostre necessità.

Prima di tutto vi voglio dire che dopo aver letto questo articolo non saprete come scegliere la vostra scarpa da corsa in montagna ideale; anzi, sicuramente avrete un grande caos in testa fatto di concetti contraddittori tra di loro. Lo scopo di questo articolo è piuttosto quello di farvi riflettere sulle caratteristiche di cui dovrete tener conto nel momento di scegliere una scarpa di corsa in montagna. 

Oltre a questioni di performance, la scelta della scarpa trail è molto importante per evitare infortuni o molestie come i crampi. 

Articolo: Crampi in un trail? Ecco come fermarli

Non prendete la prima scarpa che troverete in un negozio o in internet semplicemente perché vi piace e vi sembra tecnica e aggressiva, riflettete bene prima di acquistare una scarpa da trail.  

Se siete alle prime armi, affidatevi ad un negozio specializzato ed ascoltate i consigli del commesso. Se invece acquistate in internet, leggete tutte le recensioni possibili ed informatevi nei forum.

Sfatiamo il mito, non esiste la scarpa da trail running perfetta, ci sarà una scarpa perfetta per un determinato corridore e per un determinato percorso. La stessa scarpa, sempre per quel corridore, ma in un altro percorso completamente diverso, potrebbe dimostrarsi un vero disastro. 

Avviso ai naviganti: Tutto quanto scritto in questo articolo, fa riferimento a linee guida di massima giacché ad ogni parola o suggerimento ci saranno delle eccezioni. Quindi prendetelo come semplici indicazioni generali

Contenuti dell'articolo:

Primo fattore determinante: voi stessi

L'ammortizzazione, primo fattore di confort

Drop, determinare l'atterraggio

Fit della scarpa, che non si muova niente... o no.

La trazione, contro i scivoloni

Protezione, fondamentale

Supporto

Plantare e Linguetta

Impermeabilità e Traspirabilità

Durabilità, i soldi che se ne vanno

Conclusioni


Primo fattore da considerare: te stesso, il corridore

Ci sono diversi fattori da considerare all'ora  di scegliere una scarpa da corsa in montagna.

Prima di tutto dobbiamo essere sinceri con noi stessi e capire le nostre caratteristiche, incominciando dal peso e dalla tecnica di corsa, ovvero quanto la nostra falcata sia più o meno depurata.

Quanto pesi? Come corri? Hai bisogno di stabilizzare la falcata? Quanto corri? Dove corri?

Con le dovute precauzioni, la regola generale vuole che:

  • Quanto pesi? Più pesi e più bisogno avrai di ammortizzazione
  • Come corri? Hai una falcata depurata ed efficiente oppure no? Se la riposta è sì, probabilmente avrai bisogno di meno ammortizzazione nella zona del tallone.

Sono solo alcune delle domande da porsi e soltanto alcune delle linee guide da seguire.

Ci sono anche fattori esterni alle scarpe che influiscono sulla loro scelta. Sto parlando principalmente della tipologia di percorso che vorrai affrontare o le caratteristiche del terreno in cui corri prevalentemente.

Dopo aver chiarito, che corridore sei, dove corri e cosa aspetti dalle scarpe, allora puoi passare a sviscerare le caratteristiche intrinseche delle scarpe.

Tutti questi fattori si intrecciano tra di loro e sono dipendenti tra di loro, a tal punto che la fine uno fa fatica a capire cosa deve comprare. 

In più, le scarpe stesse hanno delle caratteristiche che si contrappongono tra di loro, ad esempio una tomaia molto protettiva e leggermente impermeabile, farà fatica ad essere traspirabile e potrebbe far cuocere i piedi oppure potrebbe presentare problemi di evacuazione d'acqua quando mettiamo il piede in una pozzanghera.

Ma andiamo poco a poco con un concetto alla volta. 


L'ammortizzazione della scarpa da trail

L'ammortizzazione viene conferita principalmente dall’intersuola della scarpa da trail. La tipologia e lo spessore del materiale utilizzato nell’intersuola daranno una scarpa più o meno ammortizzata. 

Quasi tutti i fabbricanti di scarpe hanno un loro materiale che può essere più o meno morbido e più o meno reattivo (intesa questa reattività come il ritorno o spinta che offre la scarpa quando appoggiamo i piedi).

Una scarpa trail troppo ammortizzata e poco reattiva ci darà la sensazione di molleggiare troppo e quindi di correre con me in una sorta di materasso d'acqua, mentre una scarpa trail poco ammortizzata risulterà molto dura e potrebbe darci molestie col passare dei chilometri. 

Uno dei principali fattori che può determinare la scelta dell'ammortizzazione è la tecnica di corsa del corridore in montagna. Un corridore con una tecnica depurata ed efficiente che atterra con la zona anteriore del piede, vicino ai metatarsi, potrebbe preferire una scarpa meno ammortizzata giacche tendenzialmente questi corridori sono più veloci e le sollecitazioni della corsa vengono assorbite dalla loro muscolatura.

Corridori invece con una tecnica di corsa meno efficiente tendono ad atterrare appoggiando il tallone. Questo fatto di atterrare il tallone fa sì che tutte le sollecitazioni del terreno si trasmettano direttamente la struttura osseo tendinea del corpo e non vengano assorbite dalla muscolatura. Col passare dei chilometri, questo continuo atterrare con il tallone deve essere compensato con un’ammortizzazione più generosa.

Un altro fattore determinante riguardo l’ammortizzazione della scarpa e il proprio peso del corridore.

In linea di massima senza entrare in 1000 casi specifici, più pesante è il corridore è più avrà bisogno di ammortizzazione

Non posso non parlare della distanza della gara. Più lunga sarà la distanza da percorrere e più bisogno avremmo di ammortizzazione che assorba le continue sollecitazioni frutto di ore di falcate.

Oltre alla tipologia di composto utilizzato nell'intersuola, un altro elemento che determinerà la capacità ammortizzante della scarpa è la quantità di intersuola, ovvero lo spessore di essa. Attenti, non parliamo del drop o differenziale (che vediamo dopo).

Un’ammortizzazione elevata ha comunque degli effetti negativi.

Il primo effetto da menzionare è il peso della scarpa, normalmente, il composto dell’intersuola contribuisce in gran parte al peso della scarpa. Quindi più materiale mettiamo e più pesante potrebbe risultare la scarpa.

Il secondo punto negativo riguardo l’ammortizzazione è l’eventuale distacco col terreno, un’ammortizzazione molto generosa in termini di spessore dell’intersuola, ci allontana dal terreno e ci fa perdere la sensibilità di ciò che abbiamo sotto i piedi. Potrebbe anche compromettere la velocità (soprattutto in percorsi tecnici) giacché saremo meno precisi nel mettere i piedi.

Un altro fattore negativo di questo distacco con terreno, è che quanto più in alto siamo, tendenzialmente, meno stabili saremo. In parole povere è più facile prendersi una storta.

È veramente complicato trovare il livello di ammortizzazione ideale. Anzi non esiste, come tutto quanto indicato in questo articolo, dipende da noi stessi. L’ammortizzazione perfetta sarebbe:

Un’ammortizzazione confortevole per qualsiasi distanza e peso del corridore che renda la scarpa reattiva e flessibile e che permetta sentire il sentiero ma che protegga e stabilizzi la falcata

Magari! 

Riassunto “generico” ammortizzazione:

  • Più pesante è il corridore, più ammortizzazione richiederà
  • Più lunga è la corsa, più ammortizzazione richiederà
  • Più ammortizzazione implica più confortevolezza
  • Più ammortizzazione implica più peso della scarpa
  • Più ammortizzazione per maggior distacco da terra implica più instabilità
  • Più ammortizzazione per maggior distacco da terra implica più isolamento dal terreno, ergo più protezione ma meno sensibilità

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Il differenziale o drop delle scarpe da trail 

Il drop non è altro che la differenza d'altezza tra tallone e avampiede a livello di intersuola. La differenza di altezza fa si che, il piede all’interno della sia più o meno inclinato. Il drop, mediamente, nelle scarpe da trail va dai 12 mm ai 4 mm (lasciando da parte le scarpe natural running con drop sotto i 2 mm). 

Ma torniamo a noi, cosa c’entra il drop con la scelta della scarpa? Tanto tanto.

Chi ha una falcata depurata di solito atterra con la parte anteriore del piede. Chi non è tanto performante, atterra con la parte anteriore.

Semplificando molto la faccenda, chi atterra con la parte posteriore e lento mentre chi atterra con la parte anteriore è più veloce (fischi dalle gradinate!!).  

Con una scarpa trail con di drop 12mm. il piede tende a realizzare una rullata completa entrandoci con il tacco, passando al mesopiede e staccando dalla punta. Con un drop inferiore viene naturale evitare di atterrare con il tallone e si atterra più verso il mesopiede o addirittura la punta, cambiando l'appoggio del piede e di conseguenza la postura del nostro corpo. Non sto a dire cosa è meglio o peggio perché, anche qui, dipende da ognuno di noi.

In linea di massima, possiamo dire che evitando di atterrare con il tallone (ovvero un drop minore), conferiamo maggiore reattività alla corsa data dall'intervento maggiore del mesopiede e dell'avampiede nella falcata e da un accumulo maggiore di energia.

Lasciando da parte spiegazioni stilo wikipedia, vediamo le diverse categorie di drop per la corsa in montagna.

  • 0 drop. Adeguate per gli amanti del natural running. Richiede tempo per arrivarci. 
  • 4 mm. Praticamente piatto. Adatto a corridori che atterrano di punta alla ricerca del massimo rendimento sportivo. Lo troviamo in scarpe “veloci” da competizione, per distanze piuttosto corte.
  • Tra 6 e 10 mm. Qui troveremo la maggior parte delle scarpe. La scelta più in su o in giù dipenderà di ognuno di noi.
  • 12 mm. Sono le scarpe con drop maggiore nel mercato del trail, possono essere adeguate a principianti e coloro che abbiano bisogno che la scarpa corregga la rullata con il passare dei chilometri nelle gare di lunga distanza.

Ancora una volta, dipende da ognuno, ma possiamo dire che la maggior parte dei corridori in montagna “montano” un drop di 8 mm – 10 mm per le distanze lunghe (oltre i 42 km) e 6 mm- 8 mm per le distanze corte (21-42 km).


Fit della Scarpa da Trail running 

Intendo il fit come la capacità della scarpa da trail di avvolgere e tenere correttamente il piede.  Il fit della scarpa viene determinato principalmente da quattro fattori la tomaia, i laccetti, il controforte del tallone e lo spazio interno per il piede.  

È importante avere un buon fit e tenuta del piede quando intendiamo affrontare percorsi veloci e tecnici, perché le scarpe devono essere come degli attrezzi chirurgici perfetti che ci permettano di mettere il piede con precisione, senza sbavature. La scarpa deve essere una prosecuzione del piede in questo caso il piede non può ballare all’interno.

Il fit deve essere più stretto quando i percorsi oltre che tecnici presentano tanto dislivello perché sia con un dislivello positivo che negativo il piede si sposta in avanti o indietro con le conseguenti molestie di schiacciamento delle dita oppure con lo sfregamento del tallone sul controforte posteriore della scarpa.

Sempre in linea di massima, possiamo dire che il fit non è molto legato alla tipologia di corridore in quanto non dipende tanto dal peso o tecnica di corsa del trailer.

In questo caso, sarà piuttosto il percorso a decidere se un buon fit e una buona tenuta la scarpa sono fondamentali oppure no. 

Gli elementi determinanti del fit in una scarpa da trail running

I laccetti delle scarpe da trail.

Sono loro che stringono e avvolgono la tomaia attorno al dorso del piede. I laccetti devono scorrere bene nei fori, devono applicare la pressione di tenuta uniformemente e la cosa più importante dal punto di vista del fit: non devono allentarsi. Andate a leggere delle recensioni e forum, vedrete quante lamentele ci sono per laccetti che si allentano e costringono ai trailers a fermarsi per stringerli bene.

La tomaia, che stretta dai laccetti, avvolge il dorso e laterali del piede. La tomaia tiene il piede all’interno della scarpa e si incarica di assicurare che la pianta del piede rimanga ferma e in contatto con il plantare mentre il dorso del piede rimane fermo e in contatto con la linguetta.

Per far sì che la tensione dei laccetti arrivi all’intersuola si mettono delle strutture più o meno rigide inserti o esterne alla tomaia. Il caso più tipico sono degli inserti termo saldati in diversi materiali o delle fasce laterali in diverse tipologie di gomma o plastica.

Esempio di tomaia: La Sportiva Akasha e Saucony Peregrine 7

 

Questi elementi, appartenenti alla tomaia, oltre a stringere la tomaia servono a proteggere il piede nelle parti superiori e laterali.

Bisogna però far attenzione alla rigidità di queste strutture ed al fatto che più strutture abbiamo e meno traspirante sarà la tomaia. Un altro punto negativo da considerare è che i punti di contatto tra tomaia e gli inserti possono essere soggetti a usura prematura.

Il fit del tallone viene garantito principalmente dal controforte della scarpa da trail che nella tenuta del piede, soprattutto in salita. Il controforte deve tenere bene il tallone per evitare che questo si muova sfregiando ad ogni passo con la conseguente apparizione di vesciche. Non è necessario che il controforte sia rigido, basta che si adatti al piede e non si muova. La rigidità del controforte serve piuttosto a dare supporto alla falcata (correggere la posizione di appoggio) e a proteggere il tallone.

Lo spazio interno alla scarpa di trail running principalmente nella zona anteriore determina la mobilità delle dita (in inglese il toe box).  Più stretto e meno spazio implicano un fit migliore, ma evidentemente un detrimento del confort.

Avrete già capito, gare lunghe dove i piedi e dita si gonfiano, meglio se il fit e lo spazio interno per le dita è adeguatamente largo. Se invece cerchiamo precisione in terreni tecnici e percorsi più corto allora stringiamo e queste dita per non far muovere niente all’interno della scarpa.

I fattori negativi del fit in una scarpa da trail running

Il primo fattore che risente un fit troppo preciso è la confortevolezza della scarpa. Una scarpa troppo precisa, troppo legata al piede potrebbe risultare scomoda. Soprattutto in gare di lunga distanza dove dopo tante ore di corsa i piedi tendono a gonfiarsi.  Sarebbe auspicabile avere più spazio per le dita quindi il fit, in linea di massima, va in contrapposizione con la confortevolezza della scarpa.


Evitiamo di scivolare: La trazione della scarpa di corsa in montagna

Il grip o trazione, è un'altra caratteristica fondamentale per una scarpa di corsa in montagna.  È veramente complicato definire quanto una scarpa abbia un buono o cattivo grip.  La trazione deve essere riferita a diverse tipologie di terreno, ci sono terreni secchi oppure umidi, ci sono terreni duri e compatti oppure terreni con pietre e sabbia sciolti.

È praticamente impossibile che una scarpa eccella sotto ogni condizioni e terreno.

I fabbricanti principalmente hanno tre strategie.

  • La prima strategia è quella di fare una scarpa con trazione che si difenda bene in tutti i terreni senza eccellere in nessuno. Questa filosofia la seguono molte scarpe da ultra trail, perché in una gara di 80-100 km è facile passare tanti tipi di terreni, roccia, erba, pista, ecc. Ed è anche possibile trovare un meteo variabile.
  • Un’altra strategia è quella di focalizzarsi in un tipo di terreno e condizioni e “fregarsene” del resto. Sono scarpe con un utilizzo molto specifico, ad esempio scarpe per chilometro verticale oppure scarpe per correre sul fango. Ecco in questo link potete trovare una comparativa con le migliori scarpe per fango
  • Poi la terza strategia è quella di tentare di avere la trazione migliore in una tipologia di terrerno (senza essere al top) ed essere accettabile in un'altra.

Ce n’è per tutti. Ancora una volta, e lo scriverò in ogni punto di questo articolo, dipende da voi. Da cosa volete fare con queste scarpe. Bisogna capire in che tipologia di terreno corrette prevalentemente, un bosco, una montagna, piste. Bisogna anche tener conto della climatologia del posto, magari la metà delle volte che uscite a correre troverete fanno per terra.

Se avete deciso che tipo di trazione fa per voi, passiamo a vedere i fattori della scarpa che determinano il famigerato “grip”.

Il grip della scarpa trail, l'ossessione della suola perfetta

La trazione di una scarpa viene determinata principalmente dalla suola, in particolare dal battistrada, ovvero la parte esterna in gomma. Ci sono diversi fattori che condizionano la trazione, principalmente sono il materiale della suola, la forma e la disposizione dei tacchetti. 

Per dare una infarinatura generale sul materiale della suola, dire che un materiale più morbido, da una maggiore trazione, sarà più appiccicoso, e quindi andrà benissimo per terreni umidi o morbidi. Un composto più duro invece, sarà più adeguato a terreni più compatti o duri. Ma come tutto c'è un prezzo da pagare, un composto morbido durerà molto di meno e un composto duro, soprattutto se usciamo dal suo campo di applicazione, ovvero terreni morbidi che no l’usurino precocemente.

La forma e disposizione dei tacchetti è una scienza a parte. Tacchetti più alti e separati mordono meglio il terreno e daranno una migliore trazione su terreni morbidi o sconnessi, ma rendono la scarpa più “goffa” in situazioni di corsa più semplici come una pista forestale. Per terreni fangosi e/o fangosi ci vuole, al meno, tacchetti di 5 mm.

Materiali e tacchetti diversi tra La Sportiva Akasha e Saucony Peregrine

Ci sono un’infinità di forme del tacchetto. Ci sono a forma di “V” per mordere bene il terreno in un’unica direzione (sia in salita che in discesa). Possiamo anche trovarli di forma quadrata o esagonale per rendere la trazione multidirezionale. Possiamo anche trovarli mischiati tra di loro.


Gli angeli custodi dei piedi: Occhio alle protezioni della scarpa da trail.   

Quando si corre in montagna, è facile farsi male ai piedi. Il tipico calcio a una pietra, la maledetta radice sporgente, l’atterraggio innestabile che ti fa sfregare il piede con una pietra vicina, tutti quei sassi in una lunga discesa.

Il percorso è pieno di nemici per i tuoi piedi. Una protezione del piede non adeguata può rovinare la giornata.

Cosa deve proteggere una scarpa da trail? La pianta del piede, le dita, il corpo del piede.  

La protezione della pianta del piede nel trail running.

Questo ruolo compete alla suola, ovvero battistrada e intersuola, infatti sono loro che ci separano da quella roccia appuntita che non avevamo visto.

Per quanto riguarda l’intersuola, più materiale c’è e più ci proteggerà. Infatti delle scarpe massimaliste con intersuole alte, offrono un buon isolamento dal terreno. Occhio però, che come già indicato, più alti siamo e più comprometteremo la nostra stabilità.

Anche i tacchetti ricoprono un ruolo fondamentale, una suola con tanti tacchetti vicini tra di loro e sufficientemente sporgenti, può proteggere la pianta del piede correttamente.

La regina però della protezione è la “placca anti-roccia”, che non è altro che un pezzo di un materiale duro inserito nell’intersuola o tra la suola e l’intersuola.  Se patite e notate troppo ogni sassolino del percorso, le vostre scarpe dovrebbero contare con una qualche protezione addizionale per la pianta del piede.

Ad alcuni non piace perché potrebbero prendere la scarpa meno flessibile, ma si tratta di una scelta tra flessibilità e protezione molto soggettiva. 

Proteggere le dita per una lunga vita da trailer

Un altro fattore molto importante riguarda le la protezione delle dita del piede nel trail running. Il puntale è l’incaricato di tenere le nostre dita al sicuro. Chiamiamolo “bumper”. 

Se non avete dato mai un calcio ad una pietra, vuol dire che non avete mai corso in montagna, è praticamente impossibile non mettersi a giocare a calcio ogni tanto con le pietre, soprattutto quando le gambe iniziano ad essere stanche e la reattività non è al massimo.

Questi bumper sono fatti di diversi materiali più o meno rigidi e coprono più o meno superficie della scarpa. Evidentemente, più rigido e grande è il bumper e più protezione avremo in modo che i nostri piedi non abbiano paura della nostra improvvisa passione calcistica. 

Occhio però, che una protezione nel puntale della scarpa trail troppo dura invece, potrebbe creare problemi di schiacciamento alle dita durante le discese, soprattutto se la scarpa non ha una buona tenuta del piede. Immaginate che stiamo scendendo una discesa molto ripida, il piede tende a scivolare verso la punta ed è lì che si trova un muro abbastanza duro dove vanno a schiacciarsi le dita con le conseguenti unghie nere patrimonio dei corridori in montagna. 

La protezione del corpo del piede.

Il compito di proteggere il corpo del piede, ovvero il dorso e laterali, viene assegnato alla tomaia.

Il metodo più utilizzato per proteggere la tomaia è quello di inserire strutture più o meno rigide e più o meno dure (una sorta di esso scheletro, termosaldati, piuttosto che bandelle laterali, ecc) che servono a loro volta a distribuire la tensione dei laccetti.

Ci sono scarpe che presentano delle “gonnelle”, ovvero una zona più dura tra la tomaia e la suola per proteggere la zona basa laterale del piede.

Per far sì che la tensione dei laccetti arrivi all’intersuola si mettono delle strutture più o meno rigide inserite o esterne alla tomaia. Il caso più tipico sono degli inserti termo saldati in diversi materiali o delle fasce laterali in diverse tipologie di gomma o plastica.

Questi elementi appartenenti alla tomaia, oltre a stringere la tomaia servono a proteggere il piede nelle parti superiori e laterale.

La protezione della scarpa da trail, i piccoli accorgimenti che fanno la differenza

Ci sono altri fattori protettivi che spesso si sottovalutano ma che possono rovinare una corsa.

Si tratta di piccole cose che fanno la differenza come ad esempio evitare che entrino detriti all'interno della scarpa, i tipici sassolini. Si può così considerare una scarpa più protetta quella che non ci fa fermare perché un sassolino ci sta massacrando il piede.  A questo riguardo, è fondamentale come la tomaia si chiude attorno al collo del piede e come la linguetta si unisce alla tomaia.

La linguetta ricopre un ruolo fondamentale, deve essere l'unico pezzo integrato con la tomaia. Infatti, si vedono sempre di più tomaie e linguette tutt'uno tipo calzino che possono arrivare anche a coprire parte del la caviglia.

Calzino New Balance Fresh Foam Hierro V3

I punti negativi di scarpe trail troppo protette

Proteggiamoci allora a manetta! Un attimo, calma. Ci sono parecchie controindicazioni nelle  scarpe molto protette.

  • Il peso. Più strutture di protezione abbiamo e più pesante sarà la scarpa.
  • La flessibilità. Una scarpa troppo protetta potrebbe risultare meno flessibile difficoltando la corsa.
  • Traspirabilità. Una scarpa più protetta potrebbe presentare problemi di traspirabilità e far cuocere i piedi in situazioni di caldo.

Che protezione per la scarpa di corsa in montagna scegliere?

E chi lo sa? Soltanto voi, in base a cosa intendete fare. Evidentemente il livello di protezione dipenderà enormemente della tipologia di tracciato e della distanza delle vostre uscite.

State per affrontare una corsa molto alpina con tanti chilometri e dislivello sopra i 2000 m oppure una corsa più pianeggiante prevalentemente su una pista forestale?

Mi viene da pensare che nel primo caso ci saranno tante pietre, tanti passaggi su pietraie, tanti appoggi indecisi. Ci starebbe privilegiare la protezione a scapito della leggerezza e velocità.

Nel secondo invece immagino, poche pietre sporgenti, poche probabilità di toccare i laterali della scarpa, meno possibilità di calciare sassi. Preferirei poca protezione e una scarpa più “corribile” più reattiva e veloce.   

Il livello di protezione richiesto è radicalmente diverso in entrambi i casi.


Il supporto della scarpe trail 

Mi riferisco al supporto, come la capacità della scarpa di correggere l’atterraggio e rullatura della falcata. Nella corsa da strada, il supporto compensa la pronazione o supinazione del corridore. Nel trail running invece il concetto di supporto è un po’ più complicato.

Prima di tutto dire che la tendenza generale è quella di pensare che il supporto per la pronazione o supinazione nel trail è meno rilevante rispetto alla corsa da strada. Nella corsa da strada le falcate sono tutte uguali e l’atterraggio è sempre uguale, quindi gli errori di appoggio si accentuano nel tempo essendo necessario correggerli.

Nel trail invece non vi è ripetitività dell’appoggio, ogni passo è diverso quindi, in teoria non ha senso correggere l’appoggio.

In realtà, se sei un pronatore cronico, nei trail lunghi e su terreni duri, non sarebbe male avere un maggior supporto e un sistema che aiuti a correggere come metti i piedi. Cercate al meno una scarpa con un'intersuola che non ceda troppo e regga bene il vostro peso.


Le due grandi dimenticate delle scarpe da trail running: il plantare e la linguetta

I plantari delle scarpe da trail running sono un elemento a cui la maggior parte dei corridori non fa nessuna attenzione.  Possiamo avere la scarpa più figa del mondo, che se il plantare non è all'altezza rovinerà ogni nostra aspettativa di corsa felice e senza problemi. 

Non è strano sentire di scarpe che hanno dei plantari che si spostano o si arricciano soprattutto in condizioni di bagnato. 

Il plantare prima di tutto deve essere confortevole e deve integrarsi nell'insieme della scarpa senza problemi.

Ci sono altre caratteristiche dei plantari magari un po' meno importanti ma che comunque potremmo anche considerare, ovvero plantari anti-odore e plantare antibatterici, molto apprezzate nel trail.

Potremmo dire che il miglior plantare di tutti è quello che non sai nemmeno che esista

La linguetta della scarpa da trail, anche lei, spesso cade nel dimenticatoio, ma è comunque un elemento fondamentale per non avere problemi al dorso del piede e compensare la stretta dei laccetti.

La linguetta deve essere morbida abbastanza da compensare la tensione dei laccetti, ma attenti perché se abbiamo una linguetta troppo spessa potrebbero esserci problemi di traspirabilità oppure potrebbe metterci una vita ad asciugare dopo il passaggio di una pozzanghera o fiumiciattolo.

Come è stata costruita questa linguetta e anche molto importante per garantire che non entrino dei detriti all'interno della scarpa. Praticamente la totalità delle linguette e trail running sono cucite alla tomaia.

In alcune occasioni, troviamo delle tasche sulla linguetta per mettere ciò che avanzate dei laccetti una volta fatto il nodo. Questo elemento, che potrebbe sembrare banale, è molto importante soprattutto se abbiamo dei laccetti un po' lunghi, se non abbiamo dove metterli potrebbero agganciarsi a rami durante la corsa o ancora peggio farci inciampare.


Traspirabilità e Impermeabilità della scarpa per corsa in montagna

Sono due concetti che spesso si contrappongono. Non ci vuole un genio per capire che una scarpa più impermeabile sicuramente sarà meno traspirante. Come sempre bisogna capire dove e sotto quali condizioni utilizzeremo le scarpe.

Se si corre prevalente ad estate in zone secche e calde, evitate a tutti i costi scarpe anche leggermente impermeabili. Una scarpa traspirante, appunto, evacuerà il calore e sudore più velocemente.

Una scarpa più fresca e traspirante farà meno fatica ad evacuare l’acqua dopo aver passato una pozzanghera o fiume.

Se invece correte in zone umide e fredde, pensate ad avere scarpe con qualche trattamento che protegga contro l’acqua. Non devono essere per forza impermeabile, ma una tomaia che eviti di bagnarsi i piedi con la semplice rugiada del mattino, potrebbe aiutare.


Durabilità della scarpa di trail running

Un altro fattore molto importante, più che altro per questioni economiche. Oltre all’usura normale di una scarpa da corsa su strada, bisogna considerare lo stress a cui sono sottoposte le scarpe da trail, che no fanno che prendersi botte durante ore. 

Quanti chilometri dura una scarpa da trail running? È difficile dire, 600-700 km è una buona durabilità per una scarpa da trail lunghi.

L’usura della scarpa da trail si concentra in punti ben definiti.

Prima di tutto il battistrada. Con il passare dei chilometri i tacchetti si consumano, soprattutto nella zona del tallone e nella punta, ovvero le zone di atterraggio e decollo. Non è strano vedere suole con due materiali diversi, appunto più duro nelle zone più compromesse e più morbido altrove. Ogni suola è disegnata per una tipologia di terreno, bisognerebbe rispettarlo per prolungare la vita della scarpa.

Ho fatto la foto sopra alle mie vecchie Saucony Peregrine 6 (verde) e alle nuove Peregrine 7 (arancione). Si può vedere come i tacchetti verdi sono andati... 

L’intersuola. Falcata dopo falcata, l’intersuola si comprime e si spande, la qualità e quantità del materiale dell’intersuola determineranno il mantenimento delle sue caratteristiche nel tempo (principalmente ammortizzazione e reattività). A questo riguardo, il peso dell’utilizzatore avrebbe un ruolo abbastanza importante.

Durabilità della tomaia della scarpa da trail. La tomaia è soggetta a sfregamento con pietre e rami. Ci vuole un mesh (tessuto) resistente abbastanza per garantire una certa durata. Le tomaie hanno degli elementi più duri di protezione per il piede che proteggono la tomaia stessa. La quantità di questi elementi determinerà in parte la resistenza della tomaia. Ma occhio, perché questi elementi più duri possono dare dei punti dove la differenza di materiali a contatto crei tensioni e potenziali punti di rottura.

Compagne di tante avventure, le Peregrine 6 hanno sofferto le centinaia di chilometri di pietraie di alta montagna. Mi mancheranno.

Gran parte dell’usura e durabilità della scarpa dipenderanno dell’utilizzo che ne faremo. Per prolungare la durabilità della scarpa, bisognerebbe utilizzarle negli ambiti per cui sono state disegnate. Se mettete una scarpa con suola e tacchetti per fango su una strada asfaltata o terreni duri e abrasivi… dopo neanche 50 km potete dire ciao alla suola. Idem, se correte con una scarpa leggera senza protezioni su una pietraia di alta montagna, oltre a sicuramente farvi del male, potreste rovinare la tomaia molto velocemente.


Conclusioni e consigli per la scelta della scarpa da trail running

Non spenderò troppe parole in questo punto, penso abbiate capito. Capite che corridore siete e dove correte. La scelta della scarpa vi verrà naturale.


 Come al solito spero che l'articolo vi sia stato utile. Se vi è piaciuto, per favore, condividete nelle reti sociali